Tour, la vittoria dell’antidivo Cadel

Evans davanti ai fratelli Schleck

 tratto da IL Gazzettino.it

 

Il podio domina i Campi Elisi con lo sfondo suggestivo dell’Arco di Trionfo. Cadel alza le braccia al cielo, scuote la testa quasi a non crederci e ascolta commosso l’esecuzione dell’inno nazionale avvolto nella bandiera australiana. L’altra prima volta del Tour parla lussemburghese: non era mai successo che due fratelli salissero contemporaneamente sul podio. Andy e Frank Schleck sorridono, ma la sconfitta pesa. Samuel Sanchez festeggia la maglia a pois del miglior scalatore. Cavendish veste quella verde della classifica a punti, mentre Rolland si gode la bianca del miglior giovane.

Evans, che iniziò a pedalare e sognare il Tour davanti al televisore in un piccolo villaggio abitato soprattutto da aborigeni, non ha l’arroganza del dominatore che deve costruire o difendere una dinastia alla Lance Armstrong. Il successo del trentaquattrenne,  è unico per lo stile e la sontuosa condotta di gara con cui è stato ottenuto. Nei primi dieci giorni della corsa il capitano della BMC è stato letteralmente scortato dai compagni di squadra, che l’hanno coperto dal vento in faccia a velocità altissime e protetto dalle cadute. La pedalata di Evans è stata la più continua, potente e rabbiosa del gruppo fin dal primo graffio alla quarta tappa sul Mur-de-Bretagne. Sui Pirenei e sulle Alpi si è difeso come un leone dagli attacchi degli avversari che non hanno mai scalfito la fiducia del corridore più completo. Il capolavoro l’ha compiuto sul Galibier, quando da solo ha dimezzato l’impresa di Andy Schleck che stava ipotecando la maglia gialla. Ha superato brillantemente l’Alpe d’Huez, prima della cronometro fantastica di Grenoble in cui ha rifilato 2’31” al lussemburghese e reso il sogno una realtà.

«Cadel è il simbolo di un ciclismo sempre più globale», sostiene Christian Prudhomme. E il direttore del Tour non sbaglia. Evans è il manifesto di un ciclismo pulito e un talento esploso con il lavoro duro. «Noi atleti siamo dei modelli per i giovani – ribadisce l’australiano, mai sfiorato da storiacce di doping – e abbiamo delle responsabilità nei loro confronti».

L’Italia è rimasta a secco in attesa di un affondo di Ivan Basso e Damiano Cunego,
bravi solo a stare con i migliori. Alessandro Petacchi non è riuscito a insidiare lo strapotere di Cavendish in volata.

A mettere d’accordo tutti ci ha pensato il “vecchietto terribile” Cadel Evans. L’australiano ha eguagliato Gino Bartali, capace di vincere il Tour nel 1948 all’età veneranda di trentaquattro anni. «È incredibile: sognavo questa sensazione da quando avevo quattrordici anni. Devo ringraziare tutte le persone che hanno creduto in me. Mi hanno fatto moltissimo piacere i complimenti degli avversari. Nessun posto al mondo mi renderebbe più felice di questo».

Ordine d’arrivo ventunesima tappa Creteil-Parigi 95 km

1 Mark Cavendish. 2h’27″02
2 Edvald Boasson Hagen
3 Greipel
4 Tyler Farrar
5 Fabian Cancellara
6 Daniel Oss
7 Borut Bozic
8 Vaitkus Tomas
9 Gerald Ciolek
10 Jimmy Engoulvent

Classifica finale del 98° Tour de France

1 Cadel Evans
2 Andy Schleck a 1’34”
3 Frank Schleck a 2’30”
4 Thomas Voeckler a 3’20”
5 Alberto Contador a 3’57”
6 Samuel Sanchez a 4’55”
7 Damiano Cunego a 6’05”
8 Ivan Basso a 7’23”
9 Tom Danielson a 8’15”
10 Jean-Christophe Peraud a 10’11”

RAAM (Race Across America)

COMPLIMENTI!! Grande Niko

5° cl. cat. uomini singoli under 50 _ Time 9 gg 16h 9 min

CRW_2844_585_389_90.jpgDa trent’anni atleti straordinari si sfidano in una gara che racchiude tutto il fascino dell’ America . Si lascia la costa californiana, il torrido DESERTO DI JOSHUA cucina a fuoco lento, con temperature che sfiorano i 50°C. Si sfiora il GRAND CANYON,e si entra nella MONUMENT VALLEY terra degli degli indiani Navajos e subito dopo ecco DURANGO del FAR WEST. Poi si scalano le ROCK MOUNTAIN in COLORADO. Si tira un sospiro di sollievo arrivando a TRINIDAD, che segna la fine delle salite, ma il VERO INFERNO comincia ora ,si rimpiangerà il fresco delle montagne…iniziano le GRANDI PIANURE AMERICANE.
l’INFERNO è il KANSAS! nubi e vampate di calore dall’asfalto,rettilinei infiniti che portano al nulla dove incominciano nuovi infiniti rettilinei senza soluzione di continuità…
“Sopravissuti” all’infernale KANSAS dalle interminabili strade dritte. l’ondulato MISSOURI porta alla frescura degli APPALACHI. Siamo ormai in OHIO, PENNSYLVANIA e si intravede il traguardo. Il traffico congestionato del NEW JERSEY segnala la vicina NEW YORK.
La FINISH LINE di Annapolis viene tagliata gioia, ma anche con un amaro sorriso ed un sospiro di sollievo. Ce l’ho fatta! Dieci giorni di tortura sono finiti!

Il testo precedente, tratto dal sito di Niko Valsesia, rende vagamente l’idea di un’impresa al limite delle capacita psico fisiche umane, non resta che fare “tanto di cappello” all’amico Niko, sempre alla ricerca dei propri limiti… e oltre!!!

Ciao Giacomo!! Scricciolo d’uomo… grande ciclista.

giacomo zoppisLa cronaca: un tragico schianto ieri mattina sulla provinciale 142 “Biellese” poco dopo le 9 all’altezza del concessionario Autoarona. Per cause tutt’ora al vaglio della polizia stradale di Borgomanero, intervenuta sul posto insieme ai vigili del fuoco di Arona, l’amico e grande appassionato di ciclismo, Giacomo Zoppis, panettiere 54enne residente a Borgomanero, al volante della sua Suzuki Vitara, probabilmente a causa di un malore o di un colpo di sonno, mentre percorreva la provinciale in direzione di Arona ha invaso la corsia opposta e si è schiantato contro un autoarticolato alla cui guida un 39enne residente ad Alessandria. Un impatto violentissimo, l’auto ridotta ad un ammasso di lamiere, a lungo i vigili del fuoco hanno lavorato per estrarre il ferito dall’abitacolo. Soccorso ed elitrasportato al Maggiore di Novara, Giacomo è stato ricoverato in condizioni disperate nel reparto di rianimazione dove poi è deceduto intorno alle 11.40. La dinamica esatta dell’incidente è al vaglio degli agenti della polizia stradale di Borgomanero.

Le considerazioni: Ciao Giacomo… l’indomito grande cuore che ha contraddistinto ogni momento della tua vita questa volta ti ha tradito. Ricordo le scorribande felici in sella ai ns. motorini che riempivano ogni momento delle ns. giornate giovanili, la tua grande passione per l’enduro che ti ha portato a compiere innumerevoli viaggi in solitudine passando dalla Russia all’Africa come se niente fosse, ricordo la tua indomabile Land Cruiser, ricordo la tua grandissima passione per la specialissima che ti portava a pedalare per ore ed ore sui percorsi più suggestivi delle ns valli, cosi come nelle più conosciute gran fondo… Quando pedalerò lungo le salite da te amate non potrò evitare di pensarti, la prossima salita al Mottarone sarà dedicata a te, e rivolgerò il mio sguardo sui nostri laghi e sui nostri monti pensando che si… comunque sia finita, ne è valso la pena di vivere come hai voluto… Ciao Giacomo!!!     un saluto alla tua amata Carmen, tua grande compagna di vita.

Giorgio

Metti il tuo ICE nel telefonino

incidente-bici-auto.jpgGli operatori delle ambulanze hanno segnalato che molto spesso, in occasione di incidenti stradali, i feriti hanno con loro un telefono portatile, ma gli operatori non sanno chi contattare tra la lista interminabile dei numeri salvati nella rubrica.
Gli operatori delle ambulanze hanno lanciato l’idea che ciascuno metta, nella lista dei suoi contatti, la persona da contattare in caso d’urgenza sotto uno pseudonimo predefinito.
Lo pseudonimo internazionale conosciuto è ICE (In Case of Emergency). È sotto questo nome che bisognerebbe segnare il numero della persona che operatori delle ambulanze, polizia, pompieri o primi soccorritori potrebbero contattare. In caso vi fossero più persone da contattare si può utilizzare la definizione ICE1, ICE2, ICE3, etc…. Facile da fare, non costa niente e può essere molto utile. È una buona idea ed è anche promossa dalle autorità preposte al soccorso.

Fate circolare la notizia in modo che questo comportamento diventi un’abitudine diffusa.

Giampiero Erigoni

Grave ciclista borgomanerese

04-04-2011 dal Corriere di Novara

Dopo la caduta sulla provinciale tra Alzo di Pella e Nonio

BORGOMANERO – Permangono gravi le condizioni di salute di Giampiero Erigoni, 69 anni, ex corridore professionista che venerdì scorso mentre era in sella alla sua inseparabile bici da corsa è caduto battendo la testa sull’asfalto. L’incidente è avvenuto sulla strada provinciale che da Alzo di Pella conduce verso Nonio e Cesara, sulla sponda occidentade del lago d’Orta. Erigoni da quanto si è potuto accertare era in compagnia di altri cicloamatori quando all’uscita di una curva avrebbe perso il controllo della bici finendo rovinosamente a terra. Subito soccorso è stato trasportato con un’ambulanza dei Volontari del Cusio Sud Ovest di San Maurizio d’Opaglio all’ospedale Ss. Trinità di Borgomanero dove i medici del Pronto soccorso  ne disponevano l’immediato trasferimento nel reparto di Terapia intensiva dell’ospedale Maggiore di Novara dove viene mantenuto in coma farmacologico. La notizia dell’incidente è subito rimbalzata a Borgomanero dove Erigoni è molto conosciuto. Ex commerciante ambulante nel settore dell’abbigliamento sin da giovanissimo ha coltivato la passione per il ciclismo. Iniziò l’attività nel 1955 come esordiente e  subito si aggiudicò il Campionato Regionale con otto vittorie. Altri importanti successi li ottenne sia tra gli “allievi” che tra i “dilettanti”. Partecipò a due gare in Francia per dilettanti e professionisti gareggiando anche con Ziglioli e Felice Gimondi. Abbandonò le corse per poi riprenderle nelle file amatoriali agli inizi degli anni ’70 aggiudicandosi un centinaio di gare. L’ultima, la più importante quella conseguita a Borgomanero il 17 ottobre 2010 nel Trofeo Androni, una gara a cronometro a coppie (un professionista e un amatore)  che  Erigoni vinse assieme al norvegese Thor Hushovd neo-campione del mondo di ciclismo professionisti su strada.  Nella foto lo vediamo (sulla sinistra)  assieme a Hushovd raggiante per il successo ottenuto. Il prossimo 28 aprile compierà 70 anni.

Carlo Panizza

La forza di una Nazione stà nel suo Popolo

APOCALISSE

terremoto-giappone-help1.jpgNon possiamo rimanere indifferenti a quanto stà succedendo in questi giorni al popolo Giapponese.

Non possiamo non essere colpiti dalla compostezza con la quale affrontano un evento disastroso di proporzioni bibliche

Non possiamo non apprezzare l’opera eroica che stanno svolgendo quei tecnici, o pompieri che siano, che stanno “bruciando” la loro vita nel tentativo di contenere i danni alle centrali nucleari

giappone-terremoto-tsunami_290x435.jpgNon possiamo cancellare dalla ns. mente le immagini di quell’onda anomala che entra nelle città portandosi via tutto e tutti… ne’ lo sguardo svuotato e incredulo dei bimbi che, pur consci di aver perso tutto, non versano una sola lacrima, dandoci una lezione di orgoglioso autocontrollo sul quale potremmo e dovremmo meditare…

FORZA GIAPPONE… la vita continua…. e Voi avete già dimostrato di essere il popolo più UNITO e FORTE del pianeta

W il GIAPPONE